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Piagnistei

regia di Fabio Cherstich

Liberamente tratto da Kvetch (Piagnistei) di Steven Berkoff

13 giugno 2016 - Sala Grande, Teatro Franco Parenti

Locadina "Piagnistei"

Quello che il 13 giugno 2016 è andato in scena nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti è il risultato di una macchina complessa, dinamica ed estremamente creativa. Piagnistei è uno studio teatrale ispirato a Kvetch, ovvero i piagnistei dell’anima di Steven Berkoff, per la regia di Fabio Cherstich, frutto del progetto Teatro Formazione Società che ha visto la collaborazione di tre istituzioni milanesi, il Centro Teatro Attivo, la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM e il Teatro Franco Parenti, con lo scopo di formulare una nuova modalità di didattica in relazione alla regia teatrale.

La messinscena di Piagnistei è, in sintesi, la naturale conclusione di un percorso formativo che coniuga sapere e saper fare, che vede il principio in seno all’Università e la conclusione in un confronto diretto con il palcoscenico e le sue dinamiche produttive. A dare i natali al progetto è stata la Cattedra di Teatro dell’Università IULM con l’obiettivo di introdurre gli studenti alla conoscenza delle teorie e delle tecniche che stanno alla base della performance teatrale, mediante un percorso che si snoda attraverso le tappe di costruzione della messinscena, andando a sviscerarne le dinamiche produttive e comunicative.

Lo studio, coordinato da Fabio Cherstich, ha coinvolto i giovani dell’Accademia di Formazione Professionale per attori del Centro Teatro Attivo e un gruppo di studenti IULM che hanno partecipato al Laboratorio sui mestieri del teatro della Facoltà di Comunicazione, relazioni pubbliche e pubblicità e Arti, turismo e mercati, e che si sono esercitati dal punto di vista produttivo e organizzativo sul testo di Berkoff.

Il progetto ha dato vita ad uno scambio di idee e opinioni, un flusso continuo di creazione e revisione, dall’iniziale e primaria analisi del testo drammaturgico alla mise en espace vera e propria, che vedrà la luce sulle tavole di uno dei palcoscenici più prestigiosi di Milano grazie alla collaborazione delle sue maestranze.

Gli allievi attori si sono confrontati con l’analisi della drammaturgia, con un lavoro di ricerca sull’improvvisazione, sul personaggio e sul movimento coreografico, quest’ultimo condotto da Cristina Sforzini. 

NOTE DI REGIA

di Fabio Cherstich

 

Le paure e le angosce ci rendono schiavi, incoscienti di quello che facciamo e diventano il nostro diavolo interiore, la nostra parte oscura, che ci maneggia come fossimo marionette.

Incapaci di reagire ci limitiamo ad opprimere i nostri desideri.

Nessuno è consapevole, nessuno riesce a comprendere appieno quale via seguire: i propri sentimenti, oppure l’immaginario preteso dalla società.

I comportamenti espliciti, quelli percepiti da chi ci circonda, siamo soliti coglierli per veri, una verità che in piagnistei non coincide con le idee che si snodano all'interno degli animi dei personaggi. 

Cosa succederebbe se tutti i nostri più intimi pensieri, intrisi di angosce e sensi di colpa, scivolassero fuori dalle nostre menti? Si basa proprio su questo concetto, lo sviluppo della drammaturgia di Steven Berkoff, alla quale si ispira questo studio, che ha come obiettivo il portare sul palcoscenico  una visione dinamica e surreale della vita contemporanea.

I protagonisti della pièce originale si moltiplicano e i diciassette giovani allievi attori del Centro Teatro Attivo si confrontano con una moltitudine di personaggi e situazioni in cui l’opposizione tra quello che si dice e quello che si pensa non può reggere troppo a lungo.

Il risultato sarà un corto circuito capace di far cadere le maschere che ci rendono finti e incapaci di comunicare.

Il corpo, insieme alla voce, diviene elemento chiave dell’interpretazione, grazie alle coreografie di Cristina Sforzini, che decifrano e portano alla luce l’indefinita forma delle sensazioni.

Per dirla con Steven Berkoff, questi piagnistei dell’anima sono dedicati a chi ha paura.

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